Cristiana Martinelli
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Immobili, come atomi fissi e solitari, le immagini che compongono questo lavoro fotografico, si lasciano cullare, quasi fossero inermi, da un sottile vento d’apparente ovvietà. Dove l’ovvio, il consueto e il noto in realtà rimandano più che a forme riconoscibili e stabilite, a sentimenti ed emozioni cui ognuno può ritrovarsi.
Il racconto a colori della fotografa Cristiana Martinelli, allusivo ed enigmatico, è al limite del silenzio. Un silenzio, autocompiacente, che mostra una Capalbio rarefatta e allo stesso tempo languida. Un silenzio vigile che palesa l’importanza data a quello che volutamente è taciuto.
Questa serie d’immagini, che timidamente si schiudono davanti agli occhi, brilla con un’intensità incostante a formare un piccolissimo firmamento di attimi. Che potrebbero appartenere ad ogni luogo. Che potrebbero trarre la loro forza d’essere anche in un tempo altro. Ma che, qui ed ora, sussurrano una storia fitta di emozioni, speranze e sogni. Una storia legata a Capalbio.
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